Workshop al Politecnico di Bari

Il risultato del Laboratorio tenutosi al Politecnico di Bari

Iniziativa a cura di Studenti Democratici con il contributo del Politecnico.
Maggio 2012

Gruppo di Lavoro:
Francesco Poli_Rosa Camarda_Roberto Ferrante_Gisella Birardi_Rossella Sardano_Pamela Lanera_Antonella Pasquale_Irene Sasso_Marina Leuzzi_Roberta Biscozzo_Nicola Sinisi_Daniele Guzzo_Francesco del Vecchio_Michele Todisco_Jacopo Borracci














Bari - Al Politecnico un workshop sulla costruzione con materiali naturali come la canna 'Arundo Donax'

testo di Deborah Brivitello


E' terminato l'11 maggio il workshop di costruzione con materiali naturali - in questo caso la canna "Arundo Donax" – che si è svolto al Politecnico di Bari.
Il laboratorio durato circa una decina di giorni, era gratuito e aperto a tutti gli studenti del Politecnico. E' nato da un'iniziativa dell'associazione Studenti Democratici ed è stato organizzato da "Lan_Laboratorio Architetture Naturali".

Le lezioni sono state tenute dal Dott. Francesco Poli, architetto impegnato nella sperimentazione di architetture con materiali naturali. La struttura realizzata, si trova nei pressi dell'ingresso di Via Re David del campus universitario ed è stata progettata dall'arch. Poli.

La leggerezza e la natura si concretizzano in questa struttura suggestiva, di forte impatto, che fonde la semplicità del materiale alla creatività della forma. La realizzazione ha avuto varie fasi, dalla pulizia di ogni singola canna, all'intreccio, fino all'innalzamento con le complesse soluzioni finali! Un'interessante esperienza sia per l'insegnante che per i partecipanti,..... "la canna ha molteplici possibilità di utilizzo, dal design all’architettura, passando per l’arte" come ci ha raccontato l'architetto Poli in un'intervista......

D: "Dott. Poli, com'è nata l'idea di un workshop sulla costruzione con la canna?"

R: "E' un modo per diffondere tecniche costruttive con un materiale che normalmente siamo abituati a vedere in altri contesti e che spesso tendiamo a ignorare. Inoltre è ciò che sto facendo nell’ultimo periodo attraverso i laboratori tenuti con l’associazione. La canna ha molteplici possibilità di utilizzo..... Le forme che si riescono ad ottenere, attraverso il metodo appreso dal Gruppo Canyaviva, sono tra le più strabilianti. Inoltre la canna è un materiale economico, paragonabile al bambù, che nella nostra terra è presente in grandi quantità, quindi un materiale a km zero. Nel suo ciclo di vita assorbe una notevole quantità di anidride carbonica, la sua coltivazione sarebbe anche auspicabile. E poi vi è la parte relativa i suoi molteplici utilizzi e la possibilità di sfruttare la sua flessibilità per ottenere forme che normalmente risulterebbero esageratamente onerose se fossero realizzate con altri materiali. E' anche un materiale pulito e di facile lavorazione."

D: "Quali sono le motivazioni che hanno spinto i ragazzi a frequentarlo?"

R: "Era rivolto a tutti gli studenti del Politecnico e dai partecipanti si è evidenziata la voglia di apprendere cose innovative e di veder realizzata un’opera con le proprie mani."

D: "Ci parla della struttura che avete costruito?"

R: "L’opera realizzata appartiene ad un percorso di ricerca e sperimentazione che sto svolgendo negli ultimi tempi attraverso l’utilizzo dell’Arundo Donax con il sistema a fasci. La forma è il risultato dello uno studio di una geometria che andasse oltre le strutture sino ad ora realizzate. Di sicuro si troveranno esemplari simili in qualche parte del mondo, di mio ne ho visti alcuni che utilizzano il bambù. L’installazione rimarrà al Politecnico per un periodo non definito, almeno un anno sarà in esposizione."

D: "Dove avete reperito i materiali? Come è stato organizzato - in modo concreto - il workshop?"

R: "Le canne sono state tagliate in un terreno di proprietà privata in località Cozze – Mola di Bari grazie alla gentile concessione del proprietario. Il resto del materiale è costituito da cordame di canapa e sisal che è stato acquistato da rivenditori specializzati. Di reperire questi materiali me ne sono occupato io e ho aperto la partecipazione al taglio delle canne agli stessi studenti che in tal maniera hanno appreso le nozioni fondamentali relative la gestione di un canneto e le proprietà fisiche delle stesse canne. Successivamente, dopo aver trasportato le canne al Politecnico, si è passati alle fasi di pulizia, classificazione e assemblaggio. Infine abbiamo innalzato le arcate e, dopo averle fissate l’una con l’altra, la struttura è stata rivestita da canne intrecciate. La struttura terminata è stata inaugurata l'11 maggio con un pic nic nell’area giardino che ha assunto una nuova veste. Infatti con questa operazione, insieme alla precedente realizzata con i ragazzi di Ingegneria Senza Frontiere che tra l’altro stanno redigendo un progetto di riqualificazione per quest’area, si spera di ridar vita ad uno spazio che ormai da anni è caduto in disuso:"

D: "Chi ha finanziato questo progetto? Ci sarà un seguito?"

R: "Il progetto è a cura dell’associazione studentesca Studenti Democratici con il contributo del Politecnico di Bari. Un seguito ci sarà già dalla prossima settimana, con i ragazzi che vi hanno partecipato realizzeremo una struttura temporanea in Bambù che verrà successivamente esposta al Fortino in occasione della “Primavera Mediterranea", nei giorni 17-18-19 maggio a Bari!"



http://www.puglialive.net/home/news_det.php?nid=55666#

Materiali vegetali per l’architettura: il bambù, il salice e canna comune

testo di Giulia Custodi


Nell’ambito della ricerca e della sperimentazione di materiali vegetali per l’architettura, il bambù gode oggi di una posizione sicuramente privilegiata, dovuta all’interesse che ha suscitato nel mondo occidentale negli ultimi decenni. Infatti questa pianta, della famiglia delle graminacee, serviva come materiale da costruzione, fin da tempi antichissimi, soprattutto nell’area asiatica e in quella latino americana, in cui è da considerare materiale tipico, impiegato nelle tecniche tradizionali e praticamente per qualsiasi tipo di scopo, dal rivestimento degli interni abitativi fino alle parti strutturali degli edifici. La pianta del bambù in queste aree geografiche è così diffusa che in alcune culture essa è diventata anche un simbolo di forza e duttilità, in sintonia con le filosofie orientali: è elastica ma resistente, rappresenta integrità morale e al tempo stesso apertura mentale.


Oltre all’intrinseca bellezza, l’elevata resistenza meccanica, questa pianta cresce ad una rapidità notevole, arrivando fino al 30% all’anno (rispetto al 2-3% degli alberi); questa sua caratteristica è forse la principale spinta che ha indotto il mondo del costruire sostenibile a sperimentarne sempre di più le potenzialità. Recentemente si sono incentivate le realizzazioni di bambuseti, o coltivazioni di bambù, nell’area europea, Italia compresa, luoghi in cui questa pianta non è presente in origine. Poiché il bambù è fortemente adattabile ad una molteplicità di condizioni climatiche, non è difficile creare queste coltivazioni, per contro il problema è riuscire a controllare la crescita e l’espansione di questo arbusto entro i confini definiti, per favorire la coesistenza anche con le foreste pre-esistenti, in maniera bilanciata e senza danneggiare la biodiversità della zona nella quale si va a piantare il bambù.
In Europa invece, sempre della famiglia delle graminacee è presente la Arundo Donax, nota come canna comune, che cresce spontanea soprattutto lungo i fiumi e i laghi; ha caratteristiche simili al bambù ma è meno versatile, poiché impiegabile solo per rivestimenti e strutture leggere. La canna comune riesce a sopravvivere bene in condizioni di siccità, come in Puglia, dove lo studio LAN, laboratorio architettura naturale, fondato dall’architetto Francesco Poli, ne sperimenta da diversi anni le applicazioni, a metà tra architettura e arte del paesaggio: proprio a marzo di quest’anno il gruppo ha organizzato un evento di costruzione partecipata a Barletta, gratuito e rivolto a tutti, nell’ottica di una serie di iniziative volte a promuovere la conoscenza di questo tipo di materiali e costruzioni alternative, che recuperano anche in parte una certa tradizione da tempo perduta con l’imporsi del cemento e dell’industrializzazione del processo edilizio.





Queste realizzazioni fanno eco alle “architetture viventi”, sperimentate dal gruppo di Stoccarda Sanfte Strukturen di Marcel Kalberer, che da circa 25 anni creano delle strutture in salice che, germogliando dalle proprie talee legnose, con il tempo si trasformano in veri e propri “edifici verdi”. Il salice richiede più acqua della canna comune, il che lo rende meno idoneo a zone secche.


Bambù, canna comune e salice: sono tre materiali vegetali le cui caratteristiche ecologiche e di resistenza, di crescita rapida e per lo più spontanea, affascinano gli architetti e li spingono a esplorarne le potenzialità, ne fanno materiali da scoprire, o forse da riscoprire.